giovedì 26 novembre 2009

Montezuma e la politica abruzzese.

Oggi mi sfogo!
Mi scuseranno i visitatori di queste pagine che non saranno tantissimi, ma che comunque ci sono. E’ un bisogno profondo, di fronte alle nuove storiacce di cui ci arrivano notizie in questi giorni.


Mi sfogo sperando che i lamenti che sento dentro e che immagino sentano in molti dei cittadini di questa regione, possano finalmente trovare il modo di uscire, di diventare un “suono” pubblico ed insieme ai lamenti si incominci a prendere tutti insieme qualche decisione, a dire in maniera chiara di cosa abbiamo bisogno e come vogliamo che le cose si facciano.

Sembra ormai essere fatale, una relazione univoca, una sorta di maledizione di… Montezuma per cui la sanità, in questa regione, costituisce un fattore scatenante di comportamenti compulsivi questa volta rafforzato dalla “opportunità” offerta dalla tragedia del terremoto e dalle esigenze ed urgenze della ricostruzione.

E’ evidente che non ci è dato ancora certezza sulle accuse che cadono su politici, assessori, manager ed imprenditori di oggi, se esse abbiano fondamenti o siano solo un incubo perverso, ma è sempre più difficile riuscire a trovare gli spartiacque, se ve ne sono, con i politici, gli assessori, i manager e gli imprenditori di ieri e dell’altro ieri.

Mi viene da pensare che siano ormai tutti ammucchiati, una massa indistinta, un’ameba informe e inclusiva per cui appare ogni giorno più faticoso riuscire a capire dove sia l’inizio e la fine di ciascuno scandalo. Forse perché nessuno ancora, anche di quelle vicende più vecchie, ci ha fornito un inizio né fatto intravvedere una fine; né tantomeno ci ha chiarito quale sia, se ve n’è uno, il peccato all’origine di questa insopprimibile compulsione all’illecito.

Intanto la sanità, in Abruzzo, fa acqua da tutte le parti: innanzitutto rispetto alla capacità di rispondere ai bisogni delle persone, le più fragili in primo luogo (ed i ticket introdotti per la riabilitazione ne sono un fulgido esempio); poi per la povertà qualitativa e la precarietà dell’offerta di servizi che coincide perfettamente all'approssimazione organizzativa e gestionale; infine per l’immagine opaca, ma sarebbe meglio dire tetra, che diffonde anche per l'incuria che si evidenzia in ogni cosa, per i muri scrostati dei servizi e degli ospedali, per gli ascensori malfunzionanti, per i particolari anche più elementari che rinviano sempre ad una triste idea di abbandono.

Intanto il dramma della ricostruzione post-terremoto è quanto mai aperto e la speranza e la necessità di garantire che le strutture sanitarie tornino a funzionare in quella terra (come era già stato segnalato in questo blog) sembra essersi “concretizzata”, secondo quanto comunica la magistratura, in disegni illeciti e nel pericolo determinato da infiltrazioni mafiose nelle imprese coinvolte.

Intanto, infine, ci troviamo di fronte per la terza volta, di seguito e dopo meno di un anno dal voto, ad una legislatura regionale macchiata quantomeno dal sospetto della corruzione.

Quale credibilità rimane ancora?

Dovremmo riflettere, noi cittadini, che ormai da troppo tempo abbiamo rinunciato ad esigere che la politica e l’amministrazione della cosa pubblica risponda davvero al meglio ai nostri bisogni. Dovremmo riflettere a fondo sul perché abbiamo optato per la delega cieca rinunciando a ciò che è nostro solo per poter chiedere e, talvolta avere, un favore.

Dovremmo riflettere su una classe politica e dirigenziale regionale che è ferma, priva di rinnovamento. Gli stessi nomi lì, sulla breccia, per anni, passando da una legislazione all’altra, da una amministrazione all’altra, da uno scandalo all’altro.

E, d’altronde, di tutto questo, purtroppo, non possiamo non assumerci le dovute responsabilità:

quei politici, con il conseguente strumentario umano di amministratori, funzionari, affaristi, sono il prodotto combinato delle scelte e delle non scelte che quotidianamente facciamo e che comunque hanno, ci piaccia o no, ricadute politiche e sulla vita di tutti;

lo scempio, il saccheggio della sanità, delle sue risorse finanziarie e professionali fatto in decenni a danno di tutti i cittadini per favorire i soliti pochi interessati, è avvenuto sotto gli occhi di tutti, ma, nell’ipotesi più benigna, nella distrazione generale.

E, infine, dovremmo riflettere anche noi operatori della sanità: viviamo alla giornata nell’immobilismo e nella paura di doverci sperimentare in un cambiamento e, di giorno in giorno, anche noi siamo finiti con l’essere incredibili!

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