giovedì 19 novembre 2009

E se Villa Pini fosse l’occasione? (2)

Riprendiamo a ragionare sulla possibile occasione “offerta” dalla crisi del Gruppo Villa Pini.


Tralascio qui di riferirmi alle notizie di attualità, che sono su tutti i giornali e che comunque dicono che la vicenda non è risolta e tutti i nodi sono ancora lì, stretti ed ingarbugliati: da una parte la nuova legge regionale sull’accreditamento approvata 2 giorni fa non mette alcuna chiarezza e rinvia ulteriormente una soluzione, dall’altra, nessuno, istituzioni, politici e sindacati, ma non sembra, purtroppo, neppure tra i lavoratori (o almeno non se ne trova notizia), avvia uno sforzo che partendo da elementi concreti, vada a cercare soluzioni nuove.

Vado avanti così, non mi si voglia, con la mia provocazione, ovviamente a fin di bene e senza la pretesa di avere, soluzioni finali!

Continuo, cioè, a fantasticare, a fare qualche ipotesi cercando di immettere qualche dato e qualche riflessione senza alcuna pretesa: è solo fantasia e nient’altro, chissà poi che la fantasia non possa tornare utile.

Un primo dato.

Lo si ricava dalla relazione annuale del Ministero della Salute sull’attività di ricovero per l’anno 2008: il tasso di ospedalizzazione nella Regione Abruzzo, benché sceso ulteriormente nel corso dell’anno, resta ancora di oltre 10 punti al di sopra della media nazionale e, in particolare per il regime di ricovero ordinario, fanno peggio solo Molise e Puglia.

Nel 2006, sempre secondo i dati del Ministero della Salute, a livello nazionale vi era una disponibilità, tra strutture pubbliche e strutture private, di 4,5 posti letto per mille abitanti ed in particolare quelli destinati all’attività per acuti erano il 3,9 per mille. L’Abruzzo però nello stesso anno, secondo gli stessi dati disponeva di circa 5,2 posti letto per mille abitanti di cui ben 4,5 solo per acuti (superato solo da Sardegna e Molise).

Sempre da quei dati, senza pretendere qui di fare analisi particolarmente approfondite, si possono ricavare alcune altre informazioni: a fronte di un tasso di ospedalizzazione e di un rapporto maggiore posti letto/abitanti rispetto alla quasi totalità delle altre regioni italiane e del dato nazionale, il numero degli infermieri che operano nelle strutture di ricovero, 4,46 per mille abitanti, è sostanzialmente in linea o appena superiore al dato nazionale (4,04), stando ad indicare una scarsità di risorse disponibile per garantire gli stessi livelli assistenziali.

Il rapporto medici ospedalieri/abitanti è di 1,73 per mille e, considerando il confronto con il dato nazionale e delle altre regioni, sembra avere connotazione diversa dal dato relativo al personale infermieristico. I medici infatti sono anch’essi proporzionalmente al di sopra del dato nazionale, che è dell’1,63 per mille, ma se si osservano regioni meglio organizzate e più virtuose si trova che vi è un rapporto più armonico con il rapporto posti letto/abitanti.

Mi fermo qui.

Sono ovviamente solo alcuni dati e “suggestioni” su cui riflettere, ma, è ovvio, molte sono ancora le domande e le informazioni da mettere insieme.

Per esempio: cosa c’è in termini di risorse sul territorio, fuori dagli ospedali? E…basta quel che c’è?

(continua…)

Di seguito ci sono i link con le pagine del Ministero della Salute per meglio approfondire i dati
http://www.ministerosalute.it/ricoveriOspedalieri/archivioDocumentiRicoveriOspedalieri.jsp?lingua=italiano&id=1117
http://www.ministerosalute.it/servizio/sezSis.jsp?id=87&label=dsf

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