sabato 23 gennaio 2010

Maurizio Acerbo su Villa Pini

"...Le notizie relative a possibili acquirenti confermano che molti interessi ballano intorno al capezzale o presunto tale di Villa Pini.
Scrivo queste cose, non per esercizio dietrologico, ma per elementari considerazioni di natura etica e politica.
La sanità ha condotto l’Abruzzo nel disastro a causa di una pluridecennale assenza di trasparenza e programmazione che ha consentito a sprechi e corruzione di proliferare a spese dei cittadini e dei loro bisogni di salute.
Gli accreditamenti ai privati non sono mai stati il frutto di dati epidemiologici e delle esigenze della popolazione, ma di una “contrattazione” tra politica e signori della sanità privata.
La crisi del gruppo Villa Pini ci poteva mettere nella condizione di tenere finalmente un atteggiamento virtuoso e conforme a una corretta politica sanitaria.
Invece il fatto che la giunta Chiodi non ci abbia mai consentito di discutere in maniera seria e pubblica la gestione della crisi del gruppo Angelini ci consegna un quadro oscuro e confuso dove i “furbetti” possono continuare a muoversi secondo le vecchie logiche di sempre.
Il come riorganizzare il complesso di prestazioni erogate dal gruppo Angelini e la salvaguardia occupazionale dei suoi dipendenti dovrebbe essere una questione da affrontare tenendo presenti soltanto interessi di natura pubblica.
Non sta scritto da nessuna parte che debba permanere l’attuale quadro di accreditamenti privati (con un nuovo titolare) nel momento in cui nelle segrete stanze romane si sta elaborando il piano per la chiusura di non si sa quanti ospedali pubblici abruzzesi.
Chi lo ha detto che la via di uscita è il subentro di un nuovo gruppo della sanità privata?
Se si fosse applicata la norma del 2007 e si fosse praticata la strada del commissariamento delle strutture lo scenario sarebbe oggi meno oscuro e confuso.
Nel mentre ci battiamo per garantire un reddito ai lavoratori del gruppo teniamo sempre presente il complesso della battaglia per il risanamento della sanità regionale"
(Maurizio Acerbo - consigliere regionale Rifondazione Comunista)

Si vabbè Maurì, ma...cioè?

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